Ho già espresso di Saras il mio parere negativo, essere sardo ed ecologista ovviamente influenza il mio subconscio. Vedere a Sarroch dal vivo quel mostro che si protende sul mare è un'esperienza che ti fa riflettere. L'odore acre che ti raggiunge nonostante la brezza marina è rivoltante. Come per gli altri siti industriali tipo Ilva la popolazione locale è dibattuta tra una vita di povertà ma sana e un'occupazione stabile in raffineria e la consapevolezza che stai vivendo fra veleni. Il solito ricatto ai poveri.
Il business della raffinazione del petrolio, nonostante l'avanzare delle energie rinnovabili su cui anche Saras ha investito, è in costante crescita. Il lock down per la pandemia e il blocco della produzione è quasi un ricordo, oggi la richiesta di idrocarburi è tornata ai livelli del 2019. Certamente nei prossimi anni inizierà la discesa ma per il momento non appare come un problema percepito.
Eppure Saras fin dalla sua quotazione in borsa nel lontano 2006 non ha mai dato soddisfazione ai suoi investitori. Non so quale sia il male oscuro che affligge il titolo e che a causa di un bilancio 2021 non positivo quest'anno non distribuirà dividendi.
O forse più semplicemente è proprio la sua quotazione che non ha mai convinto nessuno. La domanda è anche troppo elementare: perché vendere quote di una gallina dalle uova d'oro? Non ha senso, a meno che non vuoi tirare il pacco al "parco buoi".
E se il pacco non fosse ancora finito e fosse tutt'ora in corso? Cosa potrebbe ancora succedere? Le ipotesi sono diverse, fra queste c'è l'ormai ridotta vita residua della raffineria costruita negli anni 60 che prima o poi dovrà fare i conti con i costi di gestione, di manutenzione e di aggiornamento per la sicurezza. Con costi troppo alti lo stabilimento andrebbe fuori mercato e quindi fuori produzione in un attimo.
Nel mentre, oltre il tempo che gioca la sua partita inarrestabile, sono in agguato una miriade di variabili tutte potenzialmente negative come guasti, incidenti, inchieste della magistratura (una molto pesante è in corso) e chi più ne ha più ne metta.
Il primo grafico osserva tutta la vita borsistica del titolo dalla sua quotazione ad oggi. Nel 2018, dopo aver violato l'evolvente parabolica di supporto, i prezzi hanno risentito della presenza delle resistenze statiche ed hanno iniziato la discesa che ha portato il titolo ai minimi storici del 2020. Da qui è partito un parziale recupero che a più riprese ha illuso gli investitori che ormai il peggio era passato.
Con il secondo ho provato a formulare la prima delle due ipotesi negative che vede i prezzi crescere in questo 2022 fino alla ricerca dell'evolvente parabolica di resistenza da cui presumibilmente verranno respinti per procedere poi con un ribasso regolare nel 2023 e 2024. Il momentaneo rialzo del 2022 potrebbe portare i prezzi a vedere livelli prossimi a 1,2 non sufficienti però per parlare di inversione di macrociclo (qui aprirei lo short).
Il terzo e ultimo grafico fra tutte è la rappresentazione peggiore perché esclude la possibilità che il titolo cresca nel 2022 e rimanga imprigionato in un canale parabolico che ne guiderà il ribasso regolare e progressivo.
Quale sarà la soluzione finale ovviamente no lo so, anche io lo scoprirò quando i tempi saranno maturi.